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Descrizione generale

Il Papiro dell'accusa
Il papiro Cat.1887 è scritto su entrambi i lati con un testo ieratico databile all'epoca di Ramses V. Esso viene chiamato "Papiro dell'accusa di Torino" e riporta diversi scandali avvenuti nel tempio di Khnum a Elefantina durante i regni di Ramesse IV (1156-1150 a.C. circa) e Ramesse V (1150-1147 a.C. circa). Il testo è diviso in tre sezioni, nelle quali vengono accusate almeno tre persone diverse. Poichè tutti i crimini commessi ruotano, in maniera diversa, intorno a Elefantina, è possibile che il testo facesse parte dell’archivio del tempio di Khnum stesso, anche se è ad oggi impossibile stabilire se sia stato scritto a scopo di registro o come vera e propria accusa da pronunciare davanti al visir o ad un altro pubblico ufficiale.
Questo documento è stato molto probabilmente redatto come denuncia dal sacerdote Qakhepesh, che accusa un altro sacerdote del tempio di Khnum, Penanukis, di immensa corruzione, reati sessuali che hanno causato un aborto, intimidazioni, estrema brutalità (che includeva l’incendio di una casa, l’accecamento di due donne e il taglio dell’orecchio di qualcuno), il furto di proprietà del tempio e la mancanza di rispetto per il sacro così come la manipolazione dell'oracolo. Qakhepesh accusa anche un capitano di una chiatta di aver sottratto, in un periodo di quasi dieci anni, più di 5.000 sacchi di grano destinati al tempio di Khnum. Tuttavia, le accuse citate nel testo non sono dirette contro un individuo o un gruppo di individui, ma contro un'istituzione.
A parte i singoli crimini commessi, il papiro presenta l’avidità, anche a costo della disonestà, degli ufficiali statali, nonché il potere e la corruzione della classe sacerdotale del tempo. Il testo rileva la corruttibilità e l'inefficacia dell'amministrazione del tempio di Khnum di Elefantina. Sfortunatamente, lo scritto non esplicita se il testo o le circostanze che portarono alla sua stesura abbiano cambiato qualcosa nel dominio del tempio Khnum su Elefantina che, essendo lontana dal centro amministrativo (Tebe), fino per favorire furti e corruzione.