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Numero di inventario

Cat.1803

  • Documento
  • Scrittura Recto

Descrizione generale

Libro dei Morti di Hor

Il testo su Cat. 1803, scritto in geroglifi corsivi, è un Libro dei Morti appartenente al defunto Hor, figlio di Padiashsedjemef e della signora di casa Kata. Il testo è suddiviso in varie colonne e contiene i capitoli 1 e 18 del Libro dei Morti, le cui formule iniziali sono riportate con inchiostro rosso. Il manoscritto è corredato da tre vignette policrome delimitate da una doppia linea nera. La prima vignetta raffigura il periplo notturno del sole: la barca solare trasporta Hor assieme a Ra e Osiride dalla notte verso il giorno, ossia dalla morte alla rinascita; sotto ad essi le due dee che simboleggiano l’occidente e l’oriente propiziano questo viaggio. Questa rappresentazione di solito segue il capitolo 15 del Libro dei Morti, oppure può essere usata da sola come capitolo 16, come qui. La seconda vignetta mostra il defunto in piedi davanti al tribunale di divinità del capitolo 18, dietro il quale egli è presente di nuovo, ma in ginocchio. L’ultima vignetta rappresenta la celebre scena della psicostasia, che fa parte del capitolo 125, ossia la pesatura del cuore del defunto davanti a Thot, Osiride e il tribunale dell’oltretomba composto da quarantadue divinità.

Epoca

Graeco-Roman Period (332 BC-565 AD)

Dinastia

Ptolemaic Period (305-30 BC)

Faraone

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Provenienza

Thebes (?)

Acquisizione: Drovetti, Bernardino

Data acquisizione: 1824

Papiri collegati (accedi TPOP)

Immagini

Immagine

  • Text 1

Editore

Leonardo Fioretti (LF)

Collaboratore

Susanne Töpfer (ST)

Script

cursive hieroglyphs

Tipologia testo

Book of the Dead

Parole chiave

ba-soul, beer, boat, bread, cavern, enemy, feast, gods, judgement, justification, offering, protection, road, spell 016, spell 018, spell 001

Nome del luogo

Abydos (AbDw), Island of Fire (iw-nsrsr), Letopolis (xm), Busiris (Dd.w), Herakleopolis (Hw.t-nn-nswt), Mendes (Dd.t), Heliopolis (iwnw), Rosetau (r'-sTA.w)

Epoca

Graeco-Roman Period (332 BC-565 AD)

Dinastia

Ptolemaic Period (305-30 BC)

Faraone

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Raffigurazione

Yes

Descrizione raffigurazione

Sono presenti tre vignette policrome delimitate da una doppia linea nera. La prima è la trasposizione della formula 15 o 16 del Libro dei Morti e raffigura il periplo notturno del sole ed è divisa in due registri. In quello superiore la barca solare trasporta dalla notte verso il giorno il suo equipaggio, composto dal traghettatore divino, Osiride, Ra e Hor stesso, in atto di adorazione verso questi ultimi, davanti ad una tavola di offerte. La prua della nave è sormontata da un dio a forma di bambino, l’aspetto che il sole assume fra la notte ed il giorno, che simboleggia la rinascita sia del sole stesso che del defunto. Nel registro sottostante sono rappresentate le due dee che, come indicano gli stendardi alle loro spalle, sono la personificazione rispettivamente dell’Occidente e dell’Oriente: esse accolgono il sole e propiziano la sua rigenerazione. La seconda vignetta è la trasposizione della formula 18 del Libro dei Morti e mostra il tribunale divino, composto da varie divinità ben riconoscibili per mezzo dei loro attributi. Di fronte ad esso è presente il defunto Hor in piedi in posa di adorazione, davanti ad una tavola di offerte; lo stesso defunto si trova alla fine del corteo, in adorazione davanti ad un’altra tavola di offerte, ma stavolta in ginocchio. L’ultima vignetta rappresenta la celebre scena della psicostasia, ossia la pesatura del cuore del defunto. La scena della formula 125 si svolge sotto una struttura a forma di naos ed è suddivisa in tre sezioni narrative. Sulla destra il defunto viene accompagnato da due divinità, personificazioni di Maat (=l'ordine), davanti al tribunale dell’oltretomba composto da quarantadue divinità. Al centro il dio Anubi pesa il cuore del defunto su una bilancia, sopra la quale vi è il dio Thot sottoforma di babbuino. Davanti ad essa è presente nuovamente il dio Thot, stavolta con le sembianze di ibis, pronto a scrivere l’esito della pesatura. Infine sulla sinistra vi sono Osiride seduto in trono, le quattro divinità canopiche e Ammit, la grande divoratrice, pronta a sbranare il defunto qualora l’esito della pesatura del suo cuore non vada a buon fine.

Museo Egizio