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Storia e contenuti della collezione

Il Museo Egizio ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. Essa comprende circa 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 20.000 frammenti di papiro, che documentano più di 3.000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue.

Drovetti e Schiaparelli

Il re di Savoia acquistò la maggior parte dei papiri nel 1824 da Bernardino Drovetti (1776-1852), all’epoca console francese in Egitto. Gli agenti di Drovetti recuperarono gran parte delle antichità per la sua collezione nell’area occidentale di Tebe. Il resto dei papiri proviene dagli scavi condotti all’inizio del XX secolo dal Museo Egizio di Torino nei siti di Gebelein, Assiut e Tebe ovest, sotto la direzione di Ernesto Schiaparelli (1856-1928) e Giulio Farina (1889-1947).

La riva occidentale di Tebe è il luogo dove i faraoni ramessidi (1300-1050 a.C. circa) erano stati sepolti e avevano costruito i loro templi funerari. In effetti, molti papiri torinesi menzionano questi templi, oltre alle questioni riguardanti la costruzione delle tombe reali nella Valle dei Re e nella Valle delle Regine.

La stragrande maggioranza dei manoscritti del Museo Egizio risale al Periodo Ramesside e, con ogni probabilità, proviene dal villaggio di Deir el-Medina, che ospitava le famiglie degli operai impegnati nella costruzione delle tombe reali. I papiri appartenevano probabilmente ai membri dell'amministrazione della necropoli reale.

Contenuti

Una panoramica

La Collezione Papiri è composta da circa 700 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 17.000 frammenti di papiro, che documentano più di 3.000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue. Essa comprende testi di vario genere e i manoscritti provengono da diversi luoghi.

  • Tipi di testo

racconti, insegnamenti, documentari, lettere, codici, giornali, rituali, funerari, testi magici, etc...

  • Provenienze

Gebelein, Tebe, Deir el-Medina, This, Assiut, Saqqara, Hermopolis

  • Scritture

ieratico, demotico, copto, greco, arabo, ieratico anormale, geroglifico corsivo

Le tipologie dei testi dell'antico Egitto

Lingue

  • Antico Egiziano (XXVII – XXII sec. a.C.)
  • Medio Egiziano (XX – XIV sec. a.C.)
  • Neoegiziano (XV – VII sec. a.C.)
  • Egiziano di tradizione (VII sec. a.C. – II sec. d.C.)
  • Demotico (VII sec. a.C. – V sec. d.C.)
  • Greco (IV sec. a.C. – VIII sec. d.C.)
  • Copto (II – X sec. d.C.)
  • Arabo (VII – X sec. d.C.)

Periodi

  • Antico Regno (2650 – 2160 a.C.)
  • Medio Regno (1990 – 1760 a.C.)
  • Nuovo Regno (1539 – 1077 a.C.)
  • Terzo Periodo Intermedio (1074 – 664 a.C.)
  • Epoca Tarda (664 – 332 a.C.)
  • Periodo Tolemaico (332 – 30 a.C.)
  • Periodo Romano (30 a.C. – 565 d.C.)
  • Periodo Bizantino (565 – 642 d.C.)
  • Periodo Islamico (642 – 1252 d.C.)

Infografica Contenuto

Infografica che rappresenta il contenuto della collezione di papiri di Torino; realizzata da Piera Luisolo e Susanne Töpfer/Museo Egizio

Evoluzione delle lingue e scritture

Ieratico e geroglifico corsivo

La collezione ospita una serie di importanti testi unici, ben noti alla comunità egittologica e al grande pubblico. Fra questi si annoverano: la “Lista Reale di Torino”, conosciuta anche come “Canone Reale”, un papiro frammentario che reca un elenco di sovrani egiziani; il “Papiro Giuridico di Torino”, un resoconto della congiura ai danni del faraone Ramesse III; il “Papiro Erotico-Satirico”, che restituisce un’idea dello humour degli abitanti del villaggio di Deir el-Medina; il “Papiro delle Miniere di Torino”, la più antica mappa geologica conosciuta; il “Papiro dello Sciopero”, che documenta i più antichi scioperi nella storia del mondo, sotto Ramesse III.

Tra i circa 170 manoscritti funerari conservati al Museo Egizio ne spiccano due in particolare: il Libro dei Morti di Kha, scritto in geroglifico corsivo da uno scriba dalla grafia ordinata con vignette a colori di alta qualità, e il Libro dei Morti di Iuefankh, lungo 18 metri.

Demotico, greco e copto

Oltre ai manoscritti ieratici e geroglifici, il Museo Egizio ospita diversi manoscritti documentari demotici e greci, comprendenti atti di proprietà, contratti e ricevute. Di particolare rilievo, fra gli altri, sono l’archivio familiare bilingue (greco e demotico) del sacerdote Totoes e dei suoi antenati, rinvenuto in due giare sigillate a nord del tempio di Hathor a Deir el-Medina, e l’archivio del “sacerdote imbalsamatore” Amenothes.

Il Museo Egizio ospita, inoltre, una delle più importanti collezioni di papiri letterari copto. Il materiale papiraceo copto, acquisito da Drovetti nel 1824, includeva circa diciannove codici frammentari, risalenti alla fine del VII o all’inizio dell’VIII secolo d.C. e provenienti dalla cattedrale di Thi(nis)s, l’odierna Ǧirǧa.

Bibliografia selezionata

  • Botti, Giuseppe, L’archivio demotico da Deir el Medineh, Firenze 1967.
  • Buzi, Paola, Julian Bogdani, Nathan Carlig, Maria Chiara Giorda and Agostino Soldati, “‘Tracking Papyrus and Parchment Paths’: A New International Project on Coptic Literature”, Rivista del Museo Egizio 1 (2017), https://doi.org/10.29353/rime.2017.656.
  • Demarée, Robert and Dominique Valbelle, Les registres de recensement du village de Deir el-Médineh (le “Stato civile”), Leuven 2011.
  • Demichelis, Sara, “Ricomporre frammenti. Lavori in corso tra i papiri del Museo Egizio di Torino”, Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Serie V, Vol. 40 (2016), pp. 3-44.
  • Demichelis, Sara, “I papiri del Museo Egizio”, in Museo Egizio, Modena 2015, pp. 254–65.
  • Fabretti, Ariodante, Francesco Rossi and Ridolfo V. Lanzone, Regio Museo di Torino. Antichità egizie (Catalogo generale dei musei di antichità e degli oggetti d’arte raccolti nelle gallerie e biblioteche del regno, 1. Piemonte), Torino 1882 and 1888.
  • Gardiner, Allan H., The Royal Canon of Turin, Oxford 1959.
  • Harrell, James A. and V. Max Brown, “The Oldest Surviving Topographical Map from Ancient Egypt (Turin Papyri 1879, 1899, 1969)”, JARCE 29 (1992), pp. 81–105.
  • Kitchen, Kenneth A., Ramesside Inscriptions, Historical and Biographical, 8 vols., Oxford 1975–1990.
  • Lepsius, Richard, Das Todtenbuch der Ägypter (nach dem hieroglyphischen Papyrus in Turin), Leipzig 1842.
  • Moiso, Beppe, La storia del Museo Egizio, Modena 2016.
  • Omlin, Joseph A., Der Papyrus 55001 und seine satirisch-erotischen Zeichnungen und Inschriften, Turin 1973.
  • Orlandi, Tito, “The Turin Coptic Papyri”, Augustinianum 53 (2013), pp. 501–30.
  • Pestman, Pieter W., L’archivio di Amenothes, figlio di Horos: Testi demotici e greci relativi ad una famiglia di imbalsamatori del II sec. a.C., Milano 1981.
  • Pleyte, Willem and Francesco Rossi, Papyrus de Turin: Texte et Planches, Leiden 1869–1876.
  • Posener-Kriéger, Paule, I papiri di Gebelein: scavi G. Farina 1935 (edited by Sara Demichelis), Torino 2004.
  • Roccati, Alessandro, Amerigo Bruna and Pieter W. Pestmann, “Supporti scrittori”, in: Anna Maria Donadoni Roveri (ed.), Dal museo al museo: passato e futuro del Museo Egizio di Torino, Torino 1989, pp. 118-30.
  • Uggetti, Lorenzo, Les archives bilingues de Totoès et de Tatéhathyris. Histoire. Université Paris sciences et lettres, Dissertation 2018; open access:https://theses.hal.science/tel-02283192.
  • Töpfer, Susanne, “The Turin Papyrus Online Platform (TPOP): An Introduction”, Rivista del Museo Egizio 2 (2018), https://doi.org/10.29353/rime.2018.1916
  • Töpfer, Susanne, "Some Turin Papyri Revisited: A Look at Material Features and Scribal Practices". in:  Marilina Betrò , Michael Friedrich and Cécile Michel (eds), The Ancient World Revisited: Material Dimensions of Written Artefacts, Volume 37 in the series Studies in Manuscript Cultures 37, Berlin 2024, pp. 221-240.; https://doi.org/10.1515/9783111360805-008

Museo Egizio